disallineato
In disallineamento
Ci si sente sempre in disallineamento.
Anche quando tutto sembra funzionare, anche quando si corre, si fa, si ottiene.
Anzi, forse soprattutto allora.
Perché io sono uno che corre. Che accelera.
Che fa mille cose insieme e le chiude prima degli altri.
Ma dietro ogni traguardo raggiunto, c’è una strana sensazione di vuoto.
Come se il movimento servisse solo a coprire qualcosa che non voglio sentire.
Viviamo in un mondo dove l’unica cosa che conta è dimostrare.
Chi sei? Cosa fai? Quanto vali?
Risposte secche. Misurabili. Monetizzabili.
E allora finisci col credere che il tuo valore sia lì.
Nel risultato. Nella performance.
Nell’immagine che riesci a dare, anche se non ti rappresenta davvero.
Inizi a pensare che, se non produci, non meriti.
Che, se non sei utile, non vali.
E così, anche volersi bene diventa complicato.
Ti ami solo quando raggiungi qualcosa.
Solo quando sei “all’altezza”.
Ma nei giorni storti, nei giorni vuoti, ti senti quasi in colpa ad esistere.
E non dovrebbe essere così.
Ho bisogno di movimento per sentirmi vivo.
Di desideri che bruciano, di sogni che spingono, perfino di un po’ di sano caos.
Qualcosa che mi scuota, che mi tenga sveglio, che tenga lontano quel vuoto che conosco fin troppo bene.
Perché quando tutto si ferma… io crollo.
Non ho pace nella quiete.
Anche da fermo, sento il terreno mancarmi sotto i piedi.
E allora corro.
Corro senza meta, senza mappa, senza direzione.
Ma corro.
Perché finché c’è strada, posso ancora sentirmi vivo.
Ma sotto tutto questo, c’è una voce.
Una voce più profonda che sussurra:
“Non devi fare per valere.
Non devi correre per esistere.
Puoi anche solo essere.
E andrà bene lo stesso.”
Forse non ci credo ancora davvero.
Forse ci sto solo provando.
Ma il fatto di mettere tutto questo nero su bianco,
senza filtri, senza trucco, senza finzione…
è già, in qualche modo, un atto d’amore verso me stesso.
E se un giorno imparerò a stare fermo senza affondare,
allora saprò di aver fatto pace con me stesso.
Ma fino ad allora, correrò tra sogni e tempeste,
con il cuore in fiamme e l’anima in costruzione.
Perché anche il disordine, a volte,
è solo un altro modo di cercare casa.