ciocheresta

CIò CHE RESTA

La vita è un perpetuo mutamento.
Nulla resta immobile, nulla si conserva intatto nel tempo.
Tutto scorre, tutto si trasforma: gli affetti, i luoghi, i pensieri, persino ciò che credevamo eterno.
E noi, in questo fluire incessante, spesso ci illudiamo di poter trattenere.
Ma trattenere la vita è come cercare di chiudere il vento in una mano.

Col tempo impariamo che non è ciò che si possiede a definirci, né ciò che si conquista, né ciò che si difende con ostinazione.
È ciò che si dona. È ciò che si lascia.

Ciò che resta davvero non sono le vittorie, né gli oggetti, né i momenti fugaci impressi nelle fotografie.
Ciò che resta è l’impronta che lasciamo nei cuori degli altri.
Una parola che allevia un dolore.
Un gesto che accende una speranza.
Un esempio che, in silenzio, insegna il valore dell’ascolto, della gentilezza, della presenza.

Ma lasciatemi dire anche questo: a volte ciò che lasciamo non è ciò che avevamo previsto.
Può essere un errore, una parola fuori posto, un’assenza.
Eppure, anche quel dolore – se accolto e trasformato – può diventare un lascito prezioso.
Anche ciò che fa male può insegnare.
Anche una ferita, col tempo, può diventare radice.

E poi c’è un momento, nella vita di ciascuno, in cui accade qualcosa di irreversibile:
appena capiamo che tutto cambia sempre, che nulla si può trattenere, che niente è per sempre,
appena troviamo il coraggio di abbracciare fino in fondo questa consapevolezza,
solo allora, davvero…
ci si può sentire LIBERI. E RISOLTI.

Liberi di vivere il presente senza paura.
Risolti nel lasciar andare, nel fare spazio, nel diventare parte attiva di quel flusso che prima ci spaventava.

E allora forse il senso del nostro passaggio non sta in ciò che otteniamo, ma in ciò che trasmettiamo, consapevolmente o no.
In ogni incontro c’è la possibilità di donare qualcosa che rimane.
Un seme. Una scintilla. Una piccola eredità dell’anima.

In un mondo che corre e dimentica, il mio desiderio più profondo è essere ricordato non per ciò che ho posseduto, ma per ciò che ho seminato in silenzio.
Per aver donato coraggio, per aver lasciato parole che curano, per aver mostrato che si può vivere con cuore sincero anche nel pieno del cambiamento.

Perché sì, tutto cambia.
Cambiano i volti, cambiano i paesaggi, cambiamo noi.
Ma ciò che doniamo agli altri può attraversare il tempo.

Un’idea.
Un’emozione.
Un errore che diventa insegnamento.
Un modo di vedere il mondo.
Un’impronta che resta, anche quando noi non ci siamo più.

E lasciatemelo dire, col sorriso di chi ci ha fatto pace da tempo: l’importante è non restare mai fermi. Mai.
Nel dubbio, è meglio muoversi. Cambiare. Provare.
Anche sbagliando.
E in questo – lo dico con un certo orgoglio e un pizzico di autoironia – mi considero un vero Maestro.
ADHD docet.

E se un giorno, anche solo uno, qualcuno penserà a noi con gratitudine – o con quella malinconia che accende una forza nuova –
Allora sì: avremo vissuto davvero.

TI è PIACIUTO L'ARTICOLO? CONDIVIDILO!

Facebook
Twitter
LinkedIn

seguimi sui social

ascoltami in streaming